IL PUNTO d'APPOGGIO
Una delle peggiori cose che può fare un ciclista, in una prova di velocità a due, è quella di stare incollato all'avversario che lo precede.
Chiaramente stiamo parlando di due ciclisti con le stesse o vicine possibilità, se io velocista faccio una volata contro uno scalatore puro, è un altro discorso.
Accantoniamo un attimo la prova e partiamo da un semplice concetto; per fare il miglior tempo possibile sui 200 metri lanciati, dobbiamo scegliere la traiettoria che più favorisce l'aumento della velocità.
Qual è la traiettoria migliore ? Di primo acchito verrebbe da rispondere "quella più ripida !". No, non è proprio così... La verità è: la discesa più lunga. Certo se avessimo il motore di una moto, diciamo un centinaio di cavalli, andrebbe bene anche la più ripida, potemmo passare da 40 a 60 km/h in un lampo. Purtroppo (o per fortuna visto il costo della benzina), abbiamo "solo" le gambe e quindi per passare da 40 a 60 ci serve un pò più di tempo, e quindi di lunghezza, mettendo in secondo piano la percentuale di pendenza.
Al Mecchia, pista di 400 metri, la migliore traiettoria dell'ultimo giro è quella evidenziata dalla freccia verde.
Il secondo concetto riguarda l'accelerazione. Mettiamo di essere incollati a ruota dell'avversario. Quanta potenza in più dovremmo avere per passarlo quando questo parte o è già lanciato ? Calcoliamo anche che per passarlo dobbiamo anche percorrere una traiettoria più lunga.....
Il terzo concetto riguarda la scia. E' accertato in galleria del vento, che stare a ruota ci abbassa lo sforzo del 20-25% (anche 30% se quello davanti è ben messo).
Ora uniamo tutti e tre i concetti per arrivare al "PUNTO d'APPOGGIO".
Il ciclista che è in seconda posizione starà ad una distanza che può variare da 4 a 8 metri da quello che sta conducendo.
La distanza è in funzione di quanto forte sappiamo o supponiamo sia quello davanti. Se è forte magari 8 metri sono un pò troppi, una volta partito potremmo non riprenderlo più....
La posizione del secondo rispetto alla pista sarà chiaramente in alto verso la balaustra, anche se colui che lo precede è molto più basso.
Quando quello che conduce parte per la sua volata NON DOBBIAMO per forza seguirlo a ruota, cosa che fa la stragrande maggioranza dei ciclisti (e a meno che questi non faccia la traiettoria ideale nostra), ma abbandonare per un attimo con la testa la situazione (non l'azione), alzarsi sui pedali e cominciare la progressione sulla linea che ci farà prendere maggiore velocità, cioè quella che facciamo nei 200 metri lanciati.
Chiaramente parliamo di decimi di secondo, se alziamo il culo un secondo o due dopo, fategli ciao ciao che non lo prenderete più.
Una volta tracciata la nostra linea ideale e raggiunta la velocità, avremo un altro punto a nostro favore, IL RIFERIMENTO, cioè l'avversario, che è lì che ci aspetta a velocità un pelino inferiore perchè non ha sfruttato la linea ideale.
Quando gli stiamo per arrivare sotto, ecco l'altro fattore, LA SCIA, che ci darà un altro km/h o due in più, tanto che, appena arrivati a ruota, lo passeremo ad una velocità completamente differente dalla sua, preferibilmente a metà/fine curva, prima del traguardo.
Non fate lo sbaglio di arrivargli sotto e non dare la botta per il sorpasso (pensando di farlo dopo), non avete due accelerazioni nella stessa volata, o meglio, le gambe non vogliono.
NON COSI'
MA COSI'